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Autoregolazione e coregolazione

In Bioenergetica, sia nella psicoterapia che nella classe di esercizi, si condivide una fiducia nell’autoregolazione dell’organismo.
Ognuno è sostenuto nella possibilità e nella responsabilità di sentire le proprie sensazioni e i propri bisogni e scegliere  quanto, come e quando aprirsi all'esperienza proposta, mettersi in gioco o invece proteggersi.
Questa fiducia di base crea lo spazio per coltivare e accrescere la propria autoregolazione: la consapevolezza di questa possibilità e di questo diritto è la base per imparare ad ascoltarsi sempre di più ed esprimersi con sempre maggior padronanza.
La fiducia nell'autoregolazione va di pari passo con la fiducia nel proprio corpo: se la cultura generale ci dice di fare affidamento soprattutto ai nostri pensieri, nella pratica della Bioenergetica si cerca di riequilibrare la situazione, imparando a sentire i segnali del corpo, le sensazioni sempre soggettivamente vere, il cuore della nostra autenticità, e poi ad aiutarci con la mente per contestualizzare e scegliere come rispondere a queste sensazioni.
Anche il neonato e il bambino preverbale ci porta nel mondo del corpo, ci mette di fronte alle sensazioni nude, ancora non organizzate dalla mente, ma vitalmente espresse per esempio attraverso il pianto.
Siamo noi, mamme, genitori, adulti affettivamente legati al bambino e che ci occupiamo di lui, a mettere al servizio di queste sensazioni la nostra mente per scegliere le risposte appropriate.
E' quello spazio di fiducia a fare la differenza e ad aiutarci a sintonizzarci meglio col nostro bambino.
Quando presumiamo di sapere noi come adulti quali sono i bisogni dei bambini, ci ripariamo dietro la nostra mente e smettiamo di guardarli, di ascoltarli e aprirci alle loro sensazioni per metabolizzarle e scegliere come rispondere. E' proprio come quando ci affidiamo solo alla volontà e alla nostra lettura cognitiva della realtà senza prestare attenzione alle nostre sensazioni e alle nostre emozioni.
Proprio per questo più abbiamo familiarità e fiducia nel nostro corpo e nelle nostre emozioni, e più abbiamo fiducia nei segnali del nostro bambino e in ciò che sentiamo provenire da lui.
E abbiamo buoni motivi per fidarci: dalla nascita il bambino è un'organismo perfetto nel suo funzionamento, in grado di autoregolarsi con l'aiuto dell'adulto quanto a fame, sonno, necessità di stimoli o quiete.
Non ci servono manuali su come interpretare il suo pianto in base al suono. Ci serve il coraggio di aprire il nostro cuore e ospitare nel nostro corpo le sensazioni nude, grezze, a volte tenere ma a volte difficili e intense, del nostro bebè. Abbiamo bisogno di tutto il sostegno per creare questo spazio di fiducia in cui ciò che il bambino sente è sempre soggettivamente vero e ha un senso e noi come adulti possiamo metterci in ascolto con empatia, mettere a disposizione il nostro istinto e le nostre viscere per accogliere e sentire, e poi la nostra mente per contestualizzare e rispondere con sempre maggior padronanza.
In questo spazio, a partire dai primissimi mesi dopo la nascita, si crea la danza a due mamma bambino, una sintonizzazione speciale che necessita di tempo e cura per accendersi e maturare.
E' la coregolazione. Preziosa, istintiva, naturale, continuamente migliorabile.
Non sempre facile. Soprattutto quando ciò che ci arriva dal nostro bambino, risuona con nostre antiche ferite, con bisogni che nella nostra storia non sono statti ben ascoltati o non hanno trovato risposte appropriate. E questo è capitato e capita a tutti... perchè non siamo perfetti... e perchè come dice Winnicot in fondo possiamo aspirare solo a essere genitori sufficientemente buoni. Possiamo cogliere però anche questo come un'occasione... perchè il contatto col nostro bambino ci offre la possibilità di ritrovare il contatto col nostro bambino interiore, il bambino che siamo stati e il bambino emotivo che vive dentro di noi, ci da quindi continue occasioni per prenderci cura anche del nostro bambino ferito e ritrovare quel bambino naturale, quell'organismo  perfettamente in grado di autoregolarci anche grazie al sostegno e alla relazione con l'altro che siamo stati.
Infine in questa danza a due, nella coregolazione, è in gioco anche la crescita della nostra stessa autoregolazione... le migliori risposte che possiamo dare al nostro bambino hanno bisogno di tenere conto sia dei suoi bisogni, che dei nostri, che dei limiti e delle opportunità che la realtà offrono... Come in ogni buona relazione, ci siamo anche noi, con i nostri bisogni e desideri, più possiamo vederli con consapevolezza e fiducia e più cresceremo nell'arte di trovare risposte positive.